domenica 29 gennaio 2012

Mi piace scrivere i miei post

Mi piace scrivere i miei post, penso siano un pò come il dado della knorr brevi e concentrate. Un concentrato di idee. Mi piace immaginare che io metta il dado e voi il rimanente. Insomma io faccio brodo e voi sostanza con le vostre interpretazioni.
Così batto le dita sulla tastiera come una puttana batte i marciapiedi in cerca di clienti, solo che i miei clienti sono le parole. Avete idea di quante parole si possano affollare una sull'altra nella testa e spingono e danno gomitate perchè ognuna di esse vuole essere servita per prima?
Insomma è un gran bordello, però quando le vedi servite e contente...cazzo se ti si apre il cuore e dici: Questo l'ho fatto io, anche se ad un'altra persona possono far cagare, sono riuscito a metterle comunque d'accordo tutte!

Caos melodico

Barcollo ma non mollo nel mare dei miei vorrei.
Naufrago consapevole in balia dei miei desideri,
di un sogno di ieri.
Così... potrei, vorrei, arderei.
Posso, voglo, ardo.
Meteora incandescente spazzo lo spazio tra cielo e terra.
Potenza lirica di un delirio atavico.

venerdì 27 gennaio 2012

Il giorno della memoria

In questo giorno dedicato alla memoria della Shoah ho voluto pubblicare una poesia di Primo Levi per non dimenticare, per fare in modo che l'uomo non dimentichi l'abominio commesso non solo contro gli ebrei ma anche contro omoessuali, oppositori politici, rom, sinti, zingari, testimoni di Geova, pentecostali, malati di mente, portatori di handicap, prigionieri di guerra etc.

http://www.youtube.com/watch?v=S7G4-d_VOrE

Primo Levi
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

giovedì 26 gennaio 2012

La conferenza


Mio padre, quando ero bambino, a differenza di tutti gli altri padri che portavano i loro figli a giocare al parco non decideva mai di fare cose NORMALI! 
Una volta portò me e mio fratello il sabato pomeriggio a una conferenza. Noi contentissimi ci sentivamo importanti.
Una conferenza cazzo! Immaginavo già di trovarmi al cospetto di scienziati internazionali, uomini dall'ingegno e dalla fantasia ineguagliabile, capaci di creare oggetti fantastici.
Così preso il cappotto, la sciarpa e il berretto entrai in macchina portando sotto braccio un quaderno per prendere appunti.
"Ragazzi!" iniziò a dire nostro padre "oggi vi porterò a vedere un convegno di medicina".
E noi già, guardandoci negli occhi, sapevamo che la premessa non era delle più esaltanti.
Dal canto mio un po' deluso feci buon viso a cattivo gioco pensando si trattasse di cibernetica applicata alla medicina. Forse per colpa di troppi cartoni animati giapponesi immaginavo di venire a conoscenza di meravigliosi cyborg dalle qualità eccezionali. (Che gravi danni producono i cartoni animati nella psiche di un bambino!)
Giunti a destinazione percorremmo i corridoi semideserti dell'istituto comprensivo (che non è esattamente un luogo dove a dispetto del nome tutti ti comprendono e sono molto buoni con te) presso il quale si teneva l'incontro.
Non so, ma entrare a scuola in orari non convenzionali un po' ci esaltava perchè eravamo come esploratori in un luogo ormai disabitato, privo degli insegnanti che ci terrorizzavano. Ora in loro assenza eravamo noi i re.
Saettammo direttamente in palestra, credo di aver battuto il record mondiale di scalata del quadro svedese poi fu il turno della corda, acchiapparello e i samurai con i bastoni di legno.
A un certo punto una folgorazione illuminò i nostri sguardi....GESSETTIIIIII! Potevamo sgraffignare tutto il gesso possibile dalle lavagne (I gessetti soprattutto se colorati sono come droga per i ragazzini). Così, sazi del saccheggio, con le tasche piene di gessetti ritornammo da nostro padre e ci avviammo verso l'aula magna.
Giunti davanti l’ingresso notammo un cartello con scritto "Convegno annuale di PROCTOLOGIA".
"Minchia" pensai "ma che parola è?"
Incuriositi prendemmo posto. Subito un signore distinto prese la parola e ringraziò i presenti per la partecipazione....furono le uniche cose che capimmo perché da quel momento in poi parlò con termini che onestamente non capivo. Finché a un certo punto sentimmo attivarsi il proiettore.
Lo shock fu immenso, capì che si trattava di un convegno sulla cura e prevenzione delle EMORROIDI!
Ne vidi di tutte le forme, a pigna, a cartoccio a prugna...antichi modi per "curare" questo problema tra i quali una sorta di ghigliottina per emorroidi. Ancora oggi la notte ho gli incubi..ogni CLICK del proiettore era una tragedia.
La cosa più triste però fu il compito da svolgere e leggere in classe il lunedì seguente intitolato: Racconta cosa hai fatto durante il fine settimana.
Durante la stesura del compito pensai: "E che cazzo! E adesso cosa invento?". Optai per la verità, non l'avessi mai fatto!!
Non perdonerò mai la maestra delle elementari e vorrei incontrarla oggi per dirle......MA, UNA VAGONATA DI CAZZI TUOI MAI?

Troppo spesso

Troppo spesso chiudiamo i nostri occhi.
Troppo spesso tappiamo le nostre orecchie.
Troppo spesso ci inganniamo.

Non vogliamo
con la scusa che non possiamo.

Troppo spesso non amiamo,
troppo spesso non amiamo.

Parliamo,
con le orecchie ben chiuse,
non ascoltiamo.